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In occasione della ricorrenza dell’Eccidio di Fantina avvenuto il 3 settembre del 1862, nel quale furono fucilati 7 giovani garibaldini, che facevano parte delle retrovie della seconda spedizione, è stata celebrata una messa e deposta una corona di alloro a cura dell’Amministrazione Comunale di Fondachelli Fantina e di Giuseppe Pippo Furnari, appassionato e studioso di storia.

Alla Cerimonia oltre ai cittadini del luogo hanno preso parte i Sindaci di Fondachelli Fantina, Terme Vigliatore, Novara di Sicilia, Castroreale, Rodi Milici, Autorità militari, religiose e civili del territorio.

Era la sera del 2 settembre 1862, quando un battaglione del 47° fanteria, comandato dal maggiore piemontese Giuseppe De Villata, sorprendeva e faceva prigionieri una cinquantina di volontari garibaldini, che arrivati da Palermo nelle vicinanze di Fantina stressati, dalla fame e dalla sete, avendo saputo della catastrofe dell’Aspromonte, cercavano di raggiungere il municipio di Novara di Sicilia per deporre le armi e quindi sciogliersi.

Sorpresi dalle regie truppe mentre dormivano nel pieno della notte, senza alcun processo, De Villata ordinò al capitano Rossi di eseguire subito la fucilazione.

Inutili furono le proteste di quei poveri sventurati che alla fine chiesero, prima di essere fucilati, di potere scrivere due righe come ultimo pensiero ai propri cari.  Costante Bianchi, il più giovane dei sette, appena diciottenne, implorò sino alla fine, rivolto al plotone che stava per fucilarlo, di poter lasciare un ultimo messaggio di saluto alla amata madre, ma gli fu negato.

Al terzo rullo di tamburo una scarica di fucileria pose fine alla vita di quelle giovani vittime: Giovanni Balestra, Costante Bianchi, Giovanni Botteri, Giovanni Cerretti, Ulisse Grazioli, Barnaba della Momma e Giovanni Panieri. Dall’eccidio di Fantina riuscì a salvarsi per miracolo Amilcare Cipriani, si finse morto e assistette impotente alla barbara esecuzione dei suoi compagni.